La Federazione Italiana per la Cremazione, tra passato e presente
di Linda Natalini, Presidente F.I.C.
Le So.crem sono associazioni senza scopo di lucro nate alla fine dell’Ottocento in nome della libertà di scelta e del progresso. Giuridicamente riconosciute, custodiscono e attestano le volontà di cremazione dei propri iscritti. La Federazione Italiana, costituitasi nel 1906, oggi può contare su una struttura associativa di 38 aderenti e su una diffusione territoriale che copre 15 regioni della Penisola.
La Federazione Italiana Cremazione (F.I.C.) ha una storia ultracentenaria, affondando le sue origini nell’Italia post-unitaria, dove le spinte alla cremazione dei cadaveri provenivano da un mondo fortemente caratterizzato dal punto di vista identitario: ambienti laici in senso lato, ex combattenti garibaldini, socialisti, repubblicani, anarchici, massoni.
Da questo ambiente, supportato da un pensiero scientifico che vedeva nella cremazione una pratica igienicamente migliore dell’inumazione e della tumulazione, partì una serie di iniziative che portarono alla nascita dei primi impianti crematori e delle prime Società per la cremazione che decisero di unirsi in una federazione.
Dopo gli anni del fascismo, che videro il movimento cremazionista messo in serie difficoltà, sia per le persecuzioni politiche contro proprio quel mondo nel quale esso aveva le sue radici sia per il rapporto stabilitosi tra fascismo e la Chiesa Cattolica, fiera oppositrice della cremazione fino al 1963, l’idea cremazionista si riappropria della sua visibilità e riprende il lavoro sul territorio nazionale.
Con la presa di posizione della Chiesa nel Concilio Vaticano II, che ammette la pratica della cremazione purché non scelta in spregio alla Chiesa, e grazie al riaffermarsi degli ideali di laicità e al concetto di una scelta libera e consapevole, la cremazione assume sempre di più, sia pure con profonde differenze territoriali, la dignità di una scelta paritetica a quella tradizionale della tumulazione.
In Italia oggi la cremazione è scelta, come media nazionale, dal 34,4% dei cittadini; ma come tutte le medie essa non tiene conto delle profonde differenze esistenti sul territorio nazionale, con aree del Nord dove essa è scelta dalla stragrande maggioranza dei cittadini, mentre al Sud la media generale è del 9%, 6% nelle Isole maggiori.
Questo è plasticamente rappresentato anche dalla distribuzione degli impianti in Italia, presenti in quasi tutte le città al Nord, meno al Centro e quasi assenti al Sud.
La F.I.C. di questo intende farsi carico, sollecitando le Regioni a dotarsi di Piani regionali dei crematori, come previsto dalla legge 130/2001, punto di riferimento normativo, insieme al D.P.R. 285/1990 per la pratica crematoria e supportando le So.Crem in iniziative culturali che facciano conoscere la cremazione.
Negli ultimi anni la F.I.C. ha sostenuto, anche economicamente, tutte le iniziative culturali delle So.Crem e in particolare un percorso formativo rivolto ai giovani che li facesse riflettere sul tema della morte, normalmente espulso dal dibattito culturale.
La platea degli associati è molto cambiata negli anni: se all’inizio, come detto, la scelta era determinata dalla propria appartenenza ideologica, ora sono sempre più le persone sole o con famiglie “disperse” che si rivolgono alle singole So.Crem per lasciare le proprie volontà, oppure persone che non vogliono lasciare soverchie incombenze burocratiche ai parenti. Le So.Crem, quindi, si sono adattate al cambiamento ed alla molecolarizzazione della nostra società, fornendo i giusti antidoti.
Un altro fronte sul quale la F.I.C. è impegnata è quello legislativo dove si rileva la necessità di una legge di riordino del sistema funerario che giace nelle Commissioni parlamentari ormai da tre legislature!
Le proposte della F.I.C. furono presentate nel 2019 in XII Commissione ma, purtroppo, a tutt’oggi nulla è stato fatto.
Insieme ad altri attori dell’ambiente funerario ci stiamo attivando perché l’iter riprenda, magari scindendo il settore funerario dalle norme sulla cremazione, in modo che veti contrapposti non inibiscano l’approvazione della legge.
La F.I.C. da sempre collabora con la SEFIT e con le altre Federazioni di categoria (Federcofit, Feniof) perché l’Italia si doti di norme adeguate a leggere la realtà attuale e monitora il mercato funerario che, in assenza di regole, appare preda di appetiti imprenditoriali che, seppur legittimi, rischiano di snaturare il mercato a tutto danno degli utenti.
Ed è proprio questa la missione della F.I.C. nel 2023 ed oltre: garantire la libera e consapevole scelta dei cittadini, favorire pari opportunità d’accesso sul territorio nazionale, tutelare e promuovere la dignità della morte e del morire, mettendo i cittadini al riparo da pericolose speculazioni finanziarie.